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Dettagli: visto che ho realizzato tessuti di lunghezza diversa due a due attraverso la cucitura all'uncinetto ogni gamba (dei nuovi gonnaloni) avrà un davanti diverso dal dietro...

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in reply to fluss0

No, aspetta, cos'è che è questa cosa? gonnaloni? tessuto?

MOAR dettagli! vogliamo MOAR dettagli!

(se ti va)
in reply to Elena ``of Valhalla''

ah, niente: io, phondamentalmente, sono tessitore, materiale e, presuntuosamente, spirituale.
Non solo; filo, lavoro a maglia e applico il concetto di hacking alla realizzazione della nostra seconda pelle (vestiti), ma tesso pure ambienti... Terza pelle. La prima ha a che phare con le fermentazioni alimentari.

Un'idea te la puoi fare dal mio sito, in particolare nella sezione dei miei lavori di varia natura: abbigliamento, arredamento...

https://www.inventati.org/noviglob/Schize.html
in reply to Elena ``of Valhalla''

i gonnaloni sono un'evoluzione dei miei tantraloni (pantaloni tantrici). Il modello evolutivo è condizionato dal fatto che, come tessitore, non voglio tagliare i tessuti che realizzo, ma comporli in varie foggie, modulari...

(trovi realizzazioni di questo tipo sempre al collegamento di prima)
in reply to fluss0

uh! belli!

(e sì, avvicinandomi ai modelli di epoche in cui il tessuto era tessuto a mano, si vede molto l'approccio in cui si taglia molto di meno e si sfruttano i rettangoli)
in reply to Elena ``of Valhalla''

anche tanto vestiario di altre culture, dall'africana all'indonesiana alla giapponese alla sudamericana. Il taglio all'occidentale è un po' troppo pretenzioso, vuole piegare tutto alla forma umana, ma anche in questo campo penso che la sensibilità debba orientarsi di più verso la "collaborazione" con ciò che esiste, nelle sue peculiarità

Ma tu cuci?
in reply to fluss0

Ma tu cuci?

prima reazione: lol

seconda reazione: già, in effetti è un po' che non posto foto di vestiti o simili (anche perché ho avuto un po' di blocchi), se uno non mi conosce non può sognarselo.

Diciamo che, ecco, in questo momento ho addosso un paio di calze di cotone che non ho fatto io :D
in reply to Elena ``of Valhalla''

blocchi tipo: merda. ho appena scoperto che le maniche che ho appena finito di cucire sono troppo piccole e devo ritagliarle e ricucirle.

e non è la prima volta che qualcosa va ridisegnato e rifatto, in questo modello.
in reply to Elena ``of Valhalla''

la calza a maglia è stata il livello evolutivo precedente alla meditazione tessile :)
in reply to fluss0

eh, ma quelle di cotone fine son troppo sbattito da fare a mano :D

anche se potrei averne cucite qualche paio da dei ritagli di maglina di altre cose.

Invece per il calzettone di lana che ho addosso come seconda calza, ecco, quello tutta la vita, da quando ho imparato a farli :D

e giusto in questo istante sto annegando i dispiaceri di quella manica nel tallone di una calza :D
in reply to fluss0

:D

(non ho modo comodo per fare una foto di come sono adesso sul piede :) )

in reply to Elena ``of Valhalla''

ah, e le calze che ci son dentro sono di noiosa lana commerciale self-striping/variegata, anche perché le mie abilità nel filare sono... diciamo approssimative :D
in reply to fluss0

Fuso (autocostruito, che è metà del divertimento, anche se ho anche un fuso e una fusarola comprati, e la rocca è fatta con nastro comprato)

Non ho lo spazio né il tempo per una ruota, mentre così è facile tenerlo sottomano e usarlo nei ritagli di tempo da 5 minuti.

in reply to Elena ``of Valhalla''

direi proprio che ci siamo! Mi sembra di scrivere a ne stesso :)

Il fuso: oggetto stupendo, i suoi gesti ipnotici... Io ci filo in giro... Dondolo in metropolitana... Performance di strada.
in reply to fluss0

... le indiane filavano a cavallo... le sarde rifiutarono il filarino perché dicevano che, nonostante fosse più produttivo, le relegava in casa, sole, mentre con il fuso potevano andare dove gli pareva e incontrarsi tra loro, a chiacchierare della vita che scorre...
in reply to fluss0

come puoi notare, io c'ho messo un piccolo gancio, 'n'americanata che però trovo utilissima, anche se la scanalatura per il falso nodo di fissaggio è più purista ed elegante
in reply to fluss0

già, il primi fusi che avevo fatto, con tondini del brico, avevano il gancio; con quelli lavorati a coltello dai rami di nocciolo non ho mai provato, essendo meno regolari mi pare più difficile mettercelo, per cui avevo optato per la scanalatura.

Ho provato anche la scanalatura sagomata in cui in teoria non si fa neanche il nodo, ma ancora non la so usare e metà delle volte mi cade :)
in reply to Elena ``of Valhalla''

con il ramo di nocciolo lo sai vero che si facevano le bacchette le streghe?!

:)
in reply to fluss0

uno dei due è il gemello malvagio dell'altro, evidentemente :D

È un po' che non filo per strada, ma più che altro perché non è che io esca molto :D però l'ho fatto e lo rifarò, è comodo ed è anche carino parlarne quando qualcuno ti fa domande.
in reply to Elena ``of Valhalla''

che bella matassa, pare delicatamante tinta.
Poi li bini anche i filati che fai?
Io no, se voglio il filato doppio lo lavoro direttamente a 2 o più capi, mi piace l'ulteriore irregolarità aleatoria che così viene apportata...
in reply to fluss0

Se non ricordo male, quella è stata tinta con la corteccia dei rami di nocciolo con cui ho fatto rocca e fuso, in un barattolo al sole per qualche giorno , senza mordente (e poi ho in giro un'altra matassa con la stessa tintura, ma mordentata in acetato di ferro, ma non ho foto sottomano)

Binare ogni tanto lo faccio, ciò che sto facendo al momento è pensato per essere usato singolo, che si potesse lavorare direttamente a due capi invece mi è nuovo, come?
in reply to Elena ``of Valhalla''

ah, niente, in tessitura, maglia, uncinetto, lavori semplicemente più fili insieme. Con questa tecnica sto sperimentando, in particolare a maglia, l'utilizzo di ferri sovradimensionati, una tendenza verso la rete che aggiunge alla sofficità e leggerezza anche un isolamento termico dovuto all'aria che sta tra i filati.
Il mio grigio ormai è tra vello nero e ecru però non mischiati nella cardatura, ma nell'intreccio "morbido" dei due filati
in reply to fluss0

Mi intrometto per segnalare che per i fusi dovrebbe andare bene il durame di legno di Robinia pseudoacacia, quella che in Piemonte chiamiamo gaggìa, durissimo.

In tempi passati lo si usava unendone travetti messi di punta per fare i ceppi da macellaio, per dare un'idea di quanto è duro.

https://it.wikipedia.org/wiki/Robinia_pseudoacacia
in reply to rag. Gustavino Bevilacqua

Buona domanda, in fondo i fusi non vengono maltrattati così tanto, e se non è legno troppo duro è più facile lavorarli.
in reply to Elena ``of Valhalla''

poi sono di varie foggie: il semplice spinner, diciamo all'americana, ma anche molto antico (con i rotori di sasso), è fatto con un bastone e un disco.

A volte cadono, ma io generalmente li rinforzo con una vite alla base, che fa da zoccolino
in reply to fluss0

io faccio i fusi che si assottigliano, e le fusarole con il buco della stessa forma, che così si può incastrare sul fuso a pressione (ma rimanendo sostituibili per poter mettere fusarole più leggere man mano che il fuso si riempie di filato).

Poi ovviamente, ogni tanto cadono (e quelle di terracotta cotta male *di solito* non si rompono, ma ogni tanto succede)
in reply to Elena ``of Valhalla''

effettivamente l'aumento di peso è un po' un problema e la tua soluzione è interessante. Ma le infili dal di sotto? Non scivolano?
in reply to fluss0

sì, le infilo da sotto, e nel 95% dei casi non scivolano, basta l'attrito a tenerle incastrate.

il 5% dei casi è quando non si sono spinte abbastanza a fondo :D

L'idea arriva da https://pallia.net/en/start-en/spinning-and-spindles/12-medieval-spindles
in reply to fluss0

aaaaah, ok, pensavo in qualche modo tu filassi nello stesso momento due capi allo stesso tempo, e non capivo come fosse possibile :D
in reply to Elena ``of Valhalla''

io l'immordenzatura eventuale la faccio solo l'allume di rocca, con l'idea di utilizzare la tecnica meno velenosa.
Le tinte che mi son piaciute di più sono state: bacche di ligustro del mio terrazzo spartite con i merli e licheni, lasciati macerare nel mio piscio per estrarne ammoniacalmente il colorante
in reply to fluss0

ecco, sull'usare quella fonte di ammoniaca ho ricevuto il veto da parte di chi vive con me (almeno finché deve stare in giro per l'appartamento dove viviamo :D ), inspiegabilmente :D

Avevo anche avuto una mezza idea di provare a chiedere al condominio se potevo mettere un vaso con un paio di piante di guado in cortile, ma quando è stato il momento di chiederlo sono arrivati dei cani che mangiano le piante dei vasi del cortile, e temo che rischierebbero danni (mi preoccupano i cani, non le piante).

Magari un giorno sarò in una situazione migliore per mettermi a sperimentare col tingere.
in reply to Elena ``of Valhalla''

pensa che io ho lasciato il macero per una 15 di giorni; poi i licheni sprigionano un profumo pazzesco che perdura per qualche anno... e penso che sia antitarme, oltreché misticamente eccitante...
in reply to fluss0

bel colore!

(e sì, avevo notato l'uso dei ferri grossi in qualcuna delle foto sul sito)
in reply to fluss0

Ammetto che il mio stile è basato più su criteri esattamente opposti, in cui c'è una forma ideale da raggiungere, e tra cuciture molto sagomate, ausili meccanici e imbottiture la si raggiunge, qualunque sia il corpo che c'è dentro.

Che detto così sembra oppressivo, ma in realtà è liberatorio rispetto al criterio attuale mainstream per cui c'è una forma ideale che si può raggiungere solo attraverso esercizio e privazioni, e se il corpo non ha quella forma, si è un fallimento come essere umano.
in reply to Elena ``of Valhalla''

oh, beh, comunque la mia scelta stilistica è puramente personale, caratterialmente influenzata; l'artigianalità ha proprio questo d'interessante, portare la creazione su un piano espressivo... Ognunə fa un po' come si sente
in reply to Elena ``of Valhalla''

Per dire, le due pantofole delle foto sopra, sono sostanzialmente la stessa cosa, ma anche significativamente diverse, ed è il bello!
in reply to fluss0

Il cavallo, realizzato con un rombo all'uncinetto che intreccia il movimento delle gambe
in reply to rag. Gustavino Bevilacqua

nello specifico non so, ma c'è comunque una discreta ricerca artistica che sviluppa geometrie complesse all'uncinetto, a maglia, con il gioco dei ferri si lavora in 3d (io uso sempre questa tecnica), ma penso diventi già più difficile rispetto alla libertà del singolo uncinetto; con i telai tessili manuali suppongo di no.

La maglieria moderna comunque utilizza macchine che lavorano in 3d anche modelli complessi
in reply to fluss0

comunque dipende. Se ci si allontana dalle tecniche pressapoco tradizionali di tessitura si può fare sostanzialmente tutto, andando a scardinare la struttura del telaio immaginando la disposizione dell'ordito e l'interazione della trama (che già nell'arazzo disegna in 2d)
in reply to fluss0

Magari questo ti fa venire qualche idea…

https://mathcraft.wonderhowto.com/how-to/create-parabolic-curves-using-straight-lines-0131301/
in reply to rag. Gustavino Bevilacqua

ah, sì; è che subito mi sono immedesimato nei telai più o meno classici, però più ci penso e più mi vengono in mente svariate esperienze, quelle che mi suggerisci effettivamente sono pratiche che si utilizzano anche in pedagogia nello studio matematico... Andavano molto anni fa
in reply to fluss0

comunque mi vengono in mente anche robe tipo:

https://www.nytimes.com/2019/05/17/science/math-physics-knitting-matsumoto.html

https://www.textileartist.org/patrizia-polese-3d-art-of-the-loom/

http://www.hypertextile.net/ghersi/perf-int/bar1-it.htm

Poi se si pensa alla cesteria, lì è tutto una curva...
in reply to fluss0

Ho un amico che sta preparando la tesi (ingegneria informatica) sull'uncinetto.
in reply to rag. Gustavino Bevilacqua

che bello!
Mi ero anche appuntato di un'altra matematica che realizzava geometrie fantastiche all'uncinetto... avevo anche provato a farne alcune... Non trovo più il collegamento in rete
in reply to rag. Gustavino Bevilacqua

che io sappia nella tessitura si è sempre vincolati a forme bidimensionali, a causa della necessità di tendere l'ordito; non è necessariamente detto che debbano essere rettangolari, usando telai apposta, ma è molto più facile se lo sono.

Invece ferri e uncinetto permettono di manipolare le forme con aumenti e diminuzioni, ed ottenere forme direttamente tridimensionali. Il tipo di materiale che si ottiene è decisamente diverso, ma unire le due cose come in questo caso è un'opzione decisamente ragionevole.
in reply to fluss0

ecco, mi ero giusto chiesta come venisse sagomato il cavallo (e se venisse sagomato), grazie!
in reply to fluss0

Gonnaloni Phiniti!
... e anche per oggi abbiam phatto sera...

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