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In Friuli Venezia Giulia il 4 novembre 2020 è scoppiata una guerra…


Quanto leggerai di seguito è una storia che ti sembrerà pura fantasia, ma che racconta una realtà attuale. Leggi tutto fino in fondo e scoprirai…

Quanto leggerai di seguito è una storia che ti sembrerà pura fantasia, ma che racconta una realtà attuale. Leggi tutto fino in fondo e scoprirai di cosa sto parlando.


In Friuli Venezia Giulia il 4 novembre 2020 è scoppiata una guerra, definita da Giuseppe Conte una veloce azione di polizia per fermare i dissidenti.

Il casus belli è stato che il 9 settembre 2020 si sono svolte le elezioni regionali friulane come regione a statuto speciale, mentre il governo centrale a livello nazionale le aveva rinviate causa pandemia.

Dissidenti che governavano fino al giorno prima il Friuli VG, legittimamente eletti come da costituzione. Partito che fu capo coalizione per 27 anni al governo italiano.

Il governo di Roma quindi il 4 novembre 2020 ha messo in atto una “veloce azione di polizia” nei confronti dell’amministrazione regionale, verso il partito che governava il Friuli.

La lotta contro i dissidenti, la veloce azione di polizia per bloccarli e arrestarli, si è trasformata in guerra, guerra dai risvolti etnici e genocidi. Nel primo mese sono stati stimati 60/70000 friulani che sono riusciti a migrare in Svizzera, per mettersi in salvo.

Guerra che è stata svolta fin dall’inizio in totale blackout elettrico e comunicativo del Friuli VG. La regione totalmente isolata e confinata a se stessa, come i suoi abitanti. Ancora oggi non è possibile telefonare o mettersi in contatto via internet con il Friuli: tutto ancora bloccato, come bloccati i conti correnti ed in assenza di carburante.

Dalle forze militari italiane sono state attaccate aree urbane, chiese, sono stati sacccheggiati e distrutti gli ospedali, l’80% del sistema sanitario regionale. La repressione verso i dissidenti politici si è rivoltata contro la popolazione italiana, verso i civili in Friuli: sospettati di supportare il partito contro il governo centrale. I civili hanno iniziato a resistere per la propria stessa esistenza, trovandosi di mezzo a fuoco incrociato: in mezzo a uccisioni, violenze, abusi, crimini… in mezzo ad una guerra non loro. Si sono verificati massacri sui civili, uccisioni extragiudiziali sui civili solo perché parlavano friulano, quindi solo per il sospetto di essere collusi con i membri del partito dissidente in quanto friulani.

Decine di migliaia sono stati allontanati da cariche di stato, posti di lavoro e a Roma sono stati bloccati i loro conti correnti: per il governo Conte era un’azione dichiarata preventiva per perseguire la sicurezza nazionale.

Sono stati arrestati e deportati in luoghi sconosciuti circa 17.000 unità, soldati friulani che facevano parte dell’esercito italiano. Sono iniziati anche gli arresti sui civili friulani in tutta Italia perché potenziali sovversivi. I friulani residenti fuori regione sono stati perseguitati, le forze di polizia governativa è andata casa per casa per perquisizioni anche senza alcun mandato e giustificazione ufficiali. Molti di questi friulani sono stati arrestati e detenuti in campi di prigionia non ben specificati in territorio italiano. Ancora oggi, dopo quasi 2 anni dallo scoppio della guerra ci sono decine di migliaia di friulani agli arresti di cui non si sa nulla sulle loro condizioni e se sono stati scarcerati.

Gli stupri sistematici per vendetta sulle donne friulane da parte delle forze governative sono diventati arma di guerra, crimine. Il governo italiano ha negato per mesi l’alleanza con milizie armate padane e neo fasciste come Forza Nuova e Casa Pound e le truppe austriache, gruppi alleati delle forze militari italiane. Sotto pressione internzionale, il premier Giuseppe Conte, a marzo 2021 in sede parlamentare, ha dovuto confessare la presenza dell’esercito austriaco in Friuli. Esercito che si è macchiato di crimini di guerra e contro l’umanità nei confronti dei civili e del popolo friulano.

Sono stati bruciati campi, distrutti raccolti e rubato o massacrato bestiame: strategia per affamare il popolo friulano. La fame come arma di guerra.

A maggio 2021 è stato normato dal governo Conte che il partito dissidente, i suoi membri e tutti i sostenitori sono da considerarsi gruppo terroristico e terroristi quindi da perseguire a norma di legge. Sono stati legittimati così i crimini di guerra e contro l’umanità perpetrati sistematicamente in Friuli e sui friulani che vivono su tutto il territorio nazionale.

Per quasi 9 mesi, dal giugno 2021 al marzo 2022, le agenzie umanitarie dell ONU hanno confermato blocco “de facto” all’accesso umanitario in Friuli Venezia Giulia. Il sistema sanitario martoriato nelle prime fasi dai saccheggi e distruzione oggi è al collasso per mancanza di medicinali e materiale igienico-sanitario: mancano i medicinali da banco, manca insulina per curare decine di migliaia di pazienti facilmente curabili con la dialisi in tempo di pace. C’è un solo ospedale a livello regionale che può fornire la dialisi ma anch’esso oggi è in mancanza di reagenti per i test, insulina. Manca tutto.

Amnesty Interantional e HRW – Human Right Watch in un report congiunto confermeranno i sospetti e le indiscrezioni, le denunce che il popolo friulano e la sua diaspora, il “Fogolâr Furlan” in giro per il mondo ha cercato di far uscire come verità chiedendo giustizia: Confermata attività di pulizia etnica nel Friuli occidentale, nel pordenonese da parte delle milizie fasciste di Forza Nuova e Casa Pound verso i friulani. I gruppi fascisti occupano tutt’ oggi quell’area rivendicandola giurisdizionalmente e storiacmente loro.

Un report della commissione di esperti di diritto umanitario delle Nazioni Unite nel settembre 2022 ha denunciato che il governo centrale di Conte abbia perpetrato crimini contro l’umanità bloccando l’accesso umanitario in Friuli per i milioni di abitanti.

Ancora oggi la comunità internazionale non è riuscita a mantenere la promessa del “Mai più” per tutelare le vite di milioni di friulani dalle volontà politiche genocide del governo italiano. La comunità internazionale ha paura di dichairare effettivamente quel che si sta proponendo sotto gli occhi di tutti, un genocidio.

Un report di marzo 2022 di un team di ricercatori di univeristà belga ha stimato 500.000 morti in Friuli, diretti per la guerra e indiretti per mancanza di supporto alimentare, (morti di fame) e per mancanza di cure e supporto medico.

Le donne friulane stuprate sono stimate in 120.000, ma sarebbero la punta dell’iceberg, perché molte non sono state in grado di denunciare.

Il 90% dei friulani in regione è dipendente dal supporto umanitario, che ancora oggi è bloccato dal nuovo fronte di guerra: gli austriaci, nonostante gli sia stato intimato di ritirarsi dall’Iitalia, dal Friuli Venezia Giulia, continuano ad occupare varie aree e a perpetrare crimini.

Spiegazioni


Quanto hai letto è per darti l’idea attraverso realtà e nomi che conosci per raccontarti quello che da ormai 2 anni sta avvenendo nel Tigray, stato regionale settentrionale dell’Etiopia.

Roma è Addis Abeba, la capitale etiope. Mekellé è “Udine” nel racconto. Le proporzioni geografiche sono più o meno quelle: oggi ad Addis le persone dicono di vivere bene, ma in Tigray, nel “Friuli etiope” i civili, i loro fratelli, i tigrini stanno ancora soffrendo, morendo di fame, per mancanza di cure e perché li stanno ancora bombardando con raid aerei. Le “milizie neo fasciste italiane” sono il soprannome delle milizie fano, gruppi armati non ufficiali di origine amhara. Gli “austriaci” sono le truppe eritree che ancora perpetrano crimini. Infatti bisognerebbe definirla guerra regionale e non civile.

I media italiani non ne parlano come della guerra in Ucraina. Non ne parlano come per tante altre guerre in giro per il mondo. Non ne parlano perché non ci sono risorse in gioco da tutelare per cui vale la pena raccontare una guerra genocida come quella in Tigray.

Se vuoi approfondire e sapere di più, collaboro in modo volontario con Focus On Africa e cerco di portare aggiornamenti sulla catastrofe umanitaria del nord Etiopia.

Recentemente abbiamo sottoposto un appello al governo italiano per chiedere “verita e giustizia per il Tigray”

Puoi leggerli su: Tigray : la Guerra Genocida Dimenticata dal Mondo – Archivio


tommasin.org/blog/2022-10-12/i…

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in reply to Informa Pirata

ma l'Etiopia non è l'Ucraina... (devo ancora capire se dei circa sessanta conflitti in corso ora nel mondo non si parla perché a morire non sono biondi caucasici dalla pelle di porcellana o per che altro)

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in reply to Viviana B.:peacelink:

@Viviana B. @Informa Pirata secondo me più che altro dell'ucraina si parla tanto non per il colore di chi viene ucciso (che insomma, prima della guerra gli ucraini non è che fossero così tanto ben visti), ma perché si ha paura che chi uccide finito con l'ucraina arrivi fin da noi (o quantomeno, su stati che sono membri nato, e quindi diventiamo coinvolti attivamente anche noi).
in reply to Elena ``of Valhalla''

@Elena ``of Valhalla'' questa percezione di nemico alle porte, però non c'è mai stata.

Quindi sì , forse il capello biondo e il basso tasso di melanina aiuta, ma non è sicuramente il motivo principale di Questa discriminazione tra le persone dell'Ucraina e le persone provenienti da altre parti del mondo.

La spiegazione più semplice mi sembra un'altra: gli Ucraini sono stati rappresentati come vittime nel quadro di una narrazione mediatica che ha insistito sull'Ucraina come vittima e sull'identificazione dei suoi abitanti con essa.

Questo ha dimostrato due cose:
- che hanno ragione I complottisti del Piano Kalergi quando sostengono che è possibile indurre un intero popolo a empatizzare con il diverso (come hai ricordato tu, gli Ucraini fino a prima del conflitto non è che fossero così simpatici agli Italiani)
- i complottisti del Piano kalergi hanno completamente torto, dal momento che negli altri casi, proprio quelli di cui solitamente parlano loro, non si è MAI voluta fare una campagna di sensibilizzazione sull'accoglienza del diverso e di empatia nei suoi confronti.

@Viviana B.

Unknown parent

Elena ``of Valhalla''

@Viviana B. @Informa Pirata per politica, finanza e stampa, questo è un caso di un aggressore che ha il potere e l'intenzione di influenzare negativamente la nostra economia.

Chi è andato ad ammazzare, chessò, in afghanistan, aveva il potere, ma non, oltre certi limiti, l'intenzione.

L'Etiopia non credo che ne abbia il potere.

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