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Grazie per tutte le risposte sul dove acquistare il libro. Vi dico anche la mia, casomai di interesse.
Quando possibile, da chi lo ha scritto. è l'unico modo per far sì che abbia qualche soldino.
Acquistando in gran parte delle librerie, una fetta consistente va al distributore, che peraltro è quasi un monopolio.
Poi c'è percentuale libreria.
Poi c'è percentuale CE.
Chi ha scritto il libro prende il 5-8%.
CONTINUA

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in reply to Francesco Toniolo

@Francesco Toniolo d'altra parte, a parte forse il distributore, la maggior parte delle entità lì in mezzo sta fornendo uno o più servizi utili al lettore e a volte al libro stesso
in reply to Elena ``of Valhalla''

@valhalla Oddio, a volte sì, un servizio fondamentale. In altri casi... molto meno. Ma dovrei aprire un luuuuuungo discorso sull'editoria.
Diciamo solo che se si riceve l'8% e bisogna anche sbattersi per fare pubblicità, inviare il libro ai content creator ecc. tanto vale autopubblicarsi.
Con alcune CE ho lavorato molto bene eh, ma in tanti casi è un caos.
in reply to Francesco Toniolo

@Francesco Toniolo eh, no, effettivamente 8% dovrebbe essere 8% e l'autore scrive e basta, tutto il resto lo fanno gli altri

(c'è da dire che sento dire che nel mercato in lingua inglese a volte funziona un po' meglio, non so se sia solo una questione di dimensioni del mercato)

in reply to Francesco Toniolo

Penso che il fatto di aver pubblicato un sacco di libri (sia in self sia con case editrici) mi porti spontaneamente in questa direzione. Da autore, compro i libri dalle CE (di solito li puoi acquistare col 40-50% di sconto) e vado a rivenderli. è uno sbatti aggiuntivo ma quintuplico il mio guadagno. E conosco tante persone che fanno fiere, so che è uno sbatti assurdo e per questo ci tengo a supportarle direttamente, quando mi è possibile.
in reply to Francesco Toniolo

Il distributore è l'unico che guadagna sempre, mobilitando una serie di libri anche che rimangono invenduti (cioè la stragrande maggioranza, purtroppo).
E aggiungo che quell'enorme mobilitazione di libri rimbalzati più volte tra librerie e CE probabilmente è anche poco "green". Ancor meno che farsi spedire direttamente il libro forse, perché nella filiera "tradizionale" un singolo libro fa spesso multipli viaggi
in reply to Francesco Toniolo

mi sembra che questo sia il vero grande svantaggio dei supporto fisico in questa epoca storica. Anche perché purtroppo se capita una volta nella vita di poter incontrare l'autore di persona, in un momento in cui sta vendendo dei libri e se ne vuole comprare qualcuno che ancora non si ha, è già un tris di condizioni difficile da replicare.
Non so sinceramente come si possa migliorare le condizioni, forse cambiando per legge il dividendo dei guadagni?
in reply to The Kimchi Demon

@Donutsaurus La legge non lo farebbe mai. Il guadagno delle CE è già sottoterra, per cui le annienti se le obblighi a dare percentuali più alte da contratto. Se abbassi la percentuale delle librerie... ammazzi le librerie.
L'unica cosa sarebbe riuscire a ridistribuire quel 30-40% che si pappa la distribuzione.
Ma dovresti rivedere tutto il modello distributivo. E forse a quel punto ammazzi di nuovo le librerie.
in reply to The Kimchi Demon

@Donutsaurus @Otttoz provo a chiarire il punto: in Italia almeno una persona su due ha scritto, sta scrivendo o si appresta a scrivere un libro. Certa di avere argomenti interessantissimi che meritino di essere condivisi, di possedere una capacità descrittiva da far impallidire Dante e, in cuor suo, speranzosa di far quattrini. A fronte di questo 50% di scrittori o aspiranti tali, le percentuali di lettori sono abbastanza sconfortanti ansa.it/sito/notizie/cultura/l… , con enormi ->
in reply to LaVi

@LaVi @Donutsaurus @Otttoz Tra l'altro, quando un paio di mesi fa ho portato via centinaia di libri da un vecchio magazzino, ho potuto proprio toccare con mano la cosa. C'erano... boh, decine di migliaia di libri lì dentro. Tutti destinati al macero. Tutti resi da librerie ed edicole (alcuni li avevano venduti come allegati a un quotidiano).
Uno spreco mostruoso.
in reply to Francesco Toniolo

l'argomento è certo complesso e di non facile soluzione, tuttavia io sintetizzo in: pubblicare meno, pubblicare meglio.
Le grandi CE fanno scelte quantomeno discutibili (ad es. pubblicando ciò che io definisco "l'usato sicuro", tipo Vespa, per capirci, o "opere letterarie" del social VIP del momento, o traduzioni di autorə statunitensi, tralasciando completamente il vero scouting), le piccole CE sono, appunto, piccole, e talvolta trovano qualche perla, ma
@Donutsaurus @Otttoz
in reply to LaVi

-> non hanno la forza né economica né contrattuale per fare realmente la differenza. Tralascio volutamente le false CE che pubblicano *facendosi pagare* dagli autori. C'è poi il self-publishing che, da un lato, ha dato a chiunque la possibilità di pubblicare il proprio inedito (evviva!) e, dall'altro... ha dato a chiunque la possibilità di pubblicare il proprio inedito (orrore!). Risultato: un sacco di carta stampata buona solo per la lettiera del gatto!
@francescotoniolo @Donutsaurus @Otttoz
in reply to LaVi

@LaVi @Donutsaurus @Otttoz Tutto giusto ma aggiungo una cosa: il self è generalmente print on demand. Per cui di solito quel che viene stampato è ciò che viene acquistato.
Il problema è quando devi presidiare punti vendita fisici. Stesso discorso con le riviste da edicola (una mia ex tesista lavora proprio in quel settore tra l'altro)
in reply to Francesco Toniolo

@LaVi @Donutsaurus pensa che io dovevo sgombrare casa e i libri non li voleva nessuno nemmeno regalati e portati in loco!
Quelli del club degli editori poi sembravano appestati ...alla fine sono riuscito a metterli in una cabina telefonica in disuso già adibita a biblioteca libera

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