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We ask to “Implement legislation requiring that publicly financed software developed for the public sector be made publicly available under a Free and Open Source Software licence.”

Sign the open letter for our european representatives here: publiccode.eu/en/

#FreeSoftware #PublicAdministration #EuropeanUnion

#FreeSoftware #europeanunion #publicadministration
in reply to Sandro Santilli

Francesco P Lovergine
Francesco P Lovergine
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Interestingly enough, I suspect that a large part of academic code, developed under public funds for research, is not FOSS, which is a non-sense, against the principle of reproducible research. Starting from H2020 and later, EU-funded projects require mandatoring open licenses for data and software, but often it is also not respected under IP agreements.
in reply to Francesco P Lovergine

Sandro Santilli
Sandro Santilli
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@gisgeek piú che un sospetto è una certezza, temo. Ci sarà modo di saperlo per certo ? C'è qualche obbligo, da parte delle PA, di registrare da qualche parte il software che acquisiscono ?

Sul sito developers.italia.it - che sembra voler implementare un catalogo consultabile dalle PA che debbono acquisire software - non trovo molte cose che so esistere. Non trovo ad esempio il sistema #ESSE3 di #CINECA che immagino potrebbe ricadere nel "riuso". Ma non trovo nemmeno #Moodle.


Developers Italia

Sviluppiamo i servizi pubblici, insieme
Dipartimento per la Trasformazione Digitale e AgID
#Moodle #CINECA #esse3 @Francesco P Lovergine
in reply to Sandro Santilli

Francesco P Lovergine
Francesco P Lovergine
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@strk Come nel caso di EU si tratta di raccomandazioni, sempre aggirabili dalla amministrazione di turno in base a specifiche esigenze, Nel caso dei progetti H2020 per esempio nel documento di PI richiesto si possono sempre ventilare opportunità di embargo o riservatezza per sfruttamento commerciale dalla compagine che lavora sul progetto.
@Sandro Santilli
in reply to Sandro Santilli

Francesco P Lovergine
Francesco P Lovergine
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È triste ma ci sono gruppi e singoli ricercatori che basano sulla non apertura del codice e dati un bel pezzo di vita professionale, se non tutta. Spesso intere comunità di specifici domini applicativi.
Questa voce è stata modificata (10 mesi fa)
in reply to Sandro Santilli

Francesco P Lovergine
Francesco P Lovergine
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Eccoti la pagina dell'AgiID.

agid.gov.it/it/design-servizi/…

E sempre in teoria ci starebbe:

github.com/italia


Developers Italia

Open source code and developers community of the Italian government - Developers Italia
GitHub
Questa voce è stata modificata (10 mesi fa)
in reply to Sandro Santilli

Elena ``of Valhalla''
Elena ``of Valhalla''
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@Sandro Santilli @Francesco P Lovergine a quanto ne so per apparire sul catalogo di developers italia serve che chi gestisce il progetto aggiunga un file publiccode.yml al repository dello stesso (o almeno questo è quello che era stato richiesto fare per dei progetti con cui ho avuto a che fare): posso capire che Moodle non ci sia, visto che mi risulta sia gestito da Australiani, e che publiccode.xml sia una cosa poco più che italiana.

Non ho idea di come venga gestita la parte di software non libero, ma delle PA (e quindi riusabile).

@Francesco P Lovergine @Sandro Santilli
in reply to Sandro Santilli

Francesco P Lovergine
Francesco P Lovergine
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@strk @valhalla alcuni progetti sono stati parzialmente finanziati nel tempo, per esempio Spatialite in altri periodi. Un po' complicato tirare i fili del tutto, soprattutto in casi misti.
@Elena ``of Valhalla'' @Sandro Santilli
in reply to Francesco P Lovergine

Sandro Santilli
Sandro Santilli
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@gisgeek usare il metodo per le "terze parti" dovrebbe essere sempre valido. Certo un software Open Source che nasce e muore finanziato da un ente pubblico non è che sia proprio degno di quel nome... creare una comunità di sviluppatori attorno ad un progetto è importante.

@valhalla

@Elena ``of Valhalla'' @Francesco P Lovergine

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