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A proposito di lingua che evolve:

“Fin verso la metà del volgente secolo oltre due terzi delle tenute boscate erano di proprietà dei comuni i quali in seguito ne cedettero, in gran parte, il possesso ai comunisti”

Pietro Conti — Memorie Storiche della Vall'Intelvi, 1896

E avendo letto questo sono andata a vedere treccani.it/vocabolario/comuni… e ho scoperto che il significato di uso comune oggi non è una parola italiana, ma che è un adattamento di una parola francese.

(Ovviamente lì sopra lo usano nel significato treccani.it/vocabolario/comuni… , pagina che purtroppo non aiuta a capire se siano tutti gli abitanti del comune, o solo un loro sottoinsieme privilegiato, tipo il patriziato svizzero)

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in reply to Elena ``of Valhalla''

Dovrebbero essere i membri della comunità, cioè i capofamiglia che avevano diritto di usare della “regola”. Qui da noi si chiamavano comunelli.
in reply to Fighen

@Fighen e se si trasferiva una famiglia nuova nel comune non aveva quel diritto, giusto? e i loro discendenti?
in reply to Elena ``of Valhalla''

Dipende dalle regole immagino. Qualcuna è stata anche pubblicata e forse ci sarebbero notizie più precise lì.dalle mie parti le terre comuni erano su scala molto inferiore al comune come noi non intendiamo oggi, cioè come unità amministrativa.e con ogni probabilità se qualcuno si aggregava alla comunità, aveva anche lui il diritto di, ad esempio fare legna,

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