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Siamo un un periodo storico che definirei come quello dell'incomprensione.
Viviamo in tempi in cui c'è una perdita cospicua della proprietà di linguaggio.

La gente non sa più parlare, cazzo!

Sono venuti due clienti, e dopo mezzo minuto di spiegazioni... non siamo riusciti a capire che diavolo volessero!
Se ne sono andati (dicendo che sarebbero tornati) lasciandoci il dubbio di cosa avessero realmente bisogno. :blobcatthinkingglare:

#Mastocartolaio

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in reply to Yaku 🐗

concordo assolutamente e al 100% sono stati i dannati smartphone con fb e wa preinstallati

se avessero seguito la via giusta che abbiamo seguito noi nerds di varie età ed avessero cominciato sui forum dove ti bannavano se eri off topic e/o scrivevi male/incomprensibile TUTTO QUESTO NON SAREBBE SUCCESSO

a parte l'infervoro non sono solo i ragazzini, sono anche i 50+ 60+ che da quando hanno "imparato" ad usare lo smartphone hanno disimparato tutto quello che c'era prima, il lessico, la grammatica, TUTTO

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in reply to las_lallero

@las_lallero <rant>
io non lo so quale sia stata la causa, ma so che è un fottuto disastro; la gente balbetta, non trova le parole, manca il lessico, la composizione della frase, il contesto, il vocabolario è più povero della piccola fiammiferaia e hanno una tale confusione in testa che solo frullando i pensieri col minipimer se ti va di culo esce una frase sensata.
Ma soprattutto... LA GENTE NON LEGGE!
Niente, non leggono più niente, nemmeno le istruzioni, dopo la seconda riga vanno nel panico.
E peggio ancora di quelli che non leggono ci sono quelli che NON ASCOLTANO.
Hanno bisogno di una risposta, ma quando gliela dai ti parlano sopra dicendo cose senza senso o inutili.
</rant>
in reply to Yaku 🐗

quanto è vero quello che dici.

secondo me siamo cognitivamente sopraffatti da troppi stimoli che richiamano la nostra attenzione e il cervello va in tilt. meno strumenti solidi ti sei costruito (cultura, lettura, conoscenze, capacità critiche e di approfondimento) più il cervello va in tilt. l'accelerazione digitale in Italia è arrivata su una situazione già drammatica.
@las_lallero

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in reply to Yaku 🐗

@las_lallero

Era così anche trent'anni fa, quando la gente _iniziava_ ad usare Internet. Ora la frana è semplicemente diventata valanga.

Per dire, ai tempi: sai quante richieste di assistenza ho ricevuto che si sono risolte con "ha controllato se la spina del modem è attaccata? ... AH SCUSI ERA STACCATA/ERA SPENTO... SCUSI ANCORA..."

Ecco.

Rapita dagli alieni reshared this.

in reply to Idiran Xoxarle

@idiran credo quello sia un problema diverso, gli approcci alle nuove tecnologie sono sempre stati complessi per molte persone, e in fondo nessuno pretende che tutti sappiano fare tutto. Al netto che la spina elettrica si poteva pure controllare, ma diciamo che può capitare a tutti.
Quello di cui parlo io è proprio un degrado cognitivo che intacca la capacità di linguaggio e di reciproca comprensione. @las_lallero
in reply to Yaku 🐗

@las_lallero ... d'accordo, ma quando ti telefonano incavolati a volte urlando "che non va niente" e poi cadono così dal pero allora qualche dubbio ti viene.

Posso invece condividere quello che dici quando dovevano inserire la password (o la pàšuòrd, in emiliano): associare la password a degli anonimi asterischi poteva causare problemi (e difatti con questi cercavo di essere tranquillo e paziente).

in reply to Yaku 🐗

@las_lallero giusto per curiosità, in percentuale quanti "clienti dal lessico ambiguo" vi capitano al giorno? Diciamo che vorrei capire se stia entrando in gioco il negativity bias (e quindi diamo troppo peso a pochi casi che in realtà sono degli outlier statistici) oppure se effettivamente ci sia un serio problema di abilità relative alla comunicazione verbale e al lessico.

Su altri canali qualche mese fa si discuteva di regresso culturale, infantilismo e anti-intellettualismo, ma al di là di aneddoti e pareri personali, non so quale sia il verdetto della letteratura scientifica al riguardo.

in reply to DarthVi

@darthvi la tua è una domanda molto specifica e ovviamente noi non facciamo statistica. Quindi non saprei darti dei numeri, ma è una cosa che rileviamo spesso in molte persone, a volte in forme leggere a volte in modi che facciamo fatica a comunicare con loro. Tipo il caso di questa mattina.
Ma sarebbe un dato che piacerebbe conoscere pure a me, per capire se è una cosa diffusa o se c'è una particolare concentrazione nella nostra clientela :awesome:
Poi ci sta pure che sia un nostro bias, lavorando a contatto con la gente tutti i giorni l'insofferenza verso certi comportamenti o mancanze, si fa sentire. @las_lallero
in reply to Yaku 🐗

@las_lallero
tutto chiaro, anzi scusatemi per essere entrato a gamba tesa nella conversazione con una domanda così specifica.
Come vi anticipavo, si discuteva di roba simile altrove e quindi avevo colto la palla al balzo.

Per quanto riguarda le insofferenze legate a determinati comportamenti che vengono rilevati nei lavori a contatto col pubblico, vi capisco e vi mando un abbraccio 🫂

in reply to DarthVi

@darthvi ci mancherebbe, è un discorso molto interessante ed è una cosa di cui parliamo spesso qui sopra, proprio in relazione alla nostra attività.
Se vuoi un altro resoconto sul tema, posso assicurarti che il problema maggiore lo riscontriamo sulla lettura.
Ovvero la gente mediamente non legge, nemmeno due righe.
Ce ne accorgiamo soprattutto col servizio di ritiro pacchi (ma anche in altre situazioni) dove la percentuale di persone che arrivano preparate perché hanno letto le istruzioni di ritiro è veramente molto bassa, oserei un 20/25% al massimo.
Stessa cosa quando ricevono comunicazioni dalla PA o altri enti che richiedono procedure o azioni da compiere, in moltissimi casi non sono in grado di comprendere il testo e chiedono a noi cosa devono fare. Come se fossimo un CAF qualsiasi. @las_lallero
in reply to Yaku 🐗

@Yaku 🐗 @las_lallero @DarthVi mi chiedo se ci sia un effetto in cui la percentuale di persone che non leggono sia più o meno la stessa di 30 anni fa, ma ci siano molte più occasioni in cui è necessario farlo, e forse anche meno supporto istituzionale (in mancanza di un termine migliore) per chi non è in grado di farlo

che quindi finisce a chiedere confusamente aiuto nelle cartolerie

in reply to Yaku 🐗

zompetto a piè pari e senza invito balzo dentro la conversazione tra te, @darthvi e @las_lallero per dire che, sì, accidenti, anch'io noto *moltissimo* questa cosa, soprattutto in chi telefona per chiedere informazioni relativamente ai corsi.
Ho notato, però, differenze significative in base all'età: si va dal sostanziale analfabetismo degli under 20 a una strabiliante proprietà di linguaggio nella fascia 20-30 anni, per poi ridiscendere. Negli over 40 c'è chi cura lessico e forma ->
in reply to LaVi

-> espressiva e chi *cioè... sì... Cioè, volevo sapere la via... No, cioè, gli orari, cioè hai capito no?*.

Tempo fa leggevo un libro che evidenziava più o meno la stessa curva, con l'apice nel periodo universitario e immediatamente successivo, anche nella rapidità di lettura e capacità di comprensione di un testo scritto: l'autore asseriva che, in sintesi, è l'allenamento a migliorare le prestazioni.

Credo che il discorso calzi anche in merito alla lingua ->

@Yaku @darthvi @las_lallero

in reply to LaVi

-> parlata: i social e, più ancora forse, le app di messaggistica hanno reso le nostre dita più veloci, ma hanno impoverito la nostra capacità espressiva orale. Il fatto che poi si sia velocizzato tutto - quando ricevi un messaggio *devi* rispondere immediatamente, ci sono persino studi sull'ansia attribuibile ai ritardi nelle risposte - ha tolto anche nel parlato il tempo necessario per recepire, incamerare, elaborare il messaggio e costruire un'adeguata risposta.

@Yaku @darthvi @las_lallero

Ju reshared this.

in reply to LaVi

Ultima rilevazione, e poi mi taccio: immigrati e figli di immigrati (quindi nelle diverse fasce d'età) hanno *spesso* una miglior padronanza della lingua italiana rispetto a nativi e madrelingua.

@Yaku @darthvi @las_lallero

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in reply to LaVi

@LaVi sinceramente non abbiamo fatto molto caso alle fasce d'età, ma è una cosa che pensandoci bene riscontriamo di più negli adulti, nel senso che dai giovani ti puoi pure aspettare che debbano ancora raffinare le loro capacità di linguaggio o che abbiano delle influenze date dalla massa e dalle mode (come tutte le giovani generazioni).
Sicuramente sono molti i fattori che intervengono nell'impoverimento del linguaggio, a partire dai social come giustamente dicevi #Maanche il sempre minor numero di lettori, si legge di meno (avevo letto statistiche in merito) sia libri, quotidiani, riviste o articoli online. Incide pure la scrittura moderna, digitale, ma su questo chiamerei sul palco il buon @kappazeta che ne sa sicuramente di più.
Ne saprei di più pure io se avessi letto il suo libro!!
#ConCalma
@darthvi @las_lallero
in reply to Yaku 🐗

effettivamente molte persone smettono non solo di studiare ma anche di leggere, approfondire ecc. dopo la fine del percorso di studi, anche universitari. le analisi sull'analfabetismo di ritorno dicono che anche le persone che avevano un alto livello di padronanza della lingua e di comprensione/espressione possono perderlo, se non continuano a esercitarlo, quindi l'osservazione sulle fasce di età sembra corrispondere a questa analisi.
@LaVi @darthvi @las_lallero

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in reply to kappazeta

@kappazeta @LaVi @darthvi @las_lallero

Su questo bisogna essere d'accordo con quel porco fascista di Henry Ford, che scrisse che la gente inizia a invecchiare quando smette di essere interessata a imparare, indipendentemente dall'età anagrafica.

in reply to rag. Gustavino Bevilacqua

@GustavinoBevilacqua @kappazeta @LaVi @las_lallero
Per quanto riguarda la lettura, tempo fa leggevo i commenti di questo Reddit thread: reddit.com/r/books/comments/1o…

C'è una citazione di Asimov (metto screenshot in allegato) che risale agli anni '80 ma che risulta ancora attuale.

Sebbene si riferiscano agli USA, è un problema sentito anche qui in Italia.

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in reply to Matteo Zenatti

@matz

Il sito da cui trassi la citazione non esiste più, e non ce n'è neuppure una copia in archive org (mannaggia!).

@darthvi @LaVi @kappazeta @Yaku @las_lallero

in reply to rag. Gustavino Bevilacqua

che poi mi son sbagliato come uno scemo, io pensavo al libro degli Emblemi, ed è di Alciato.
Però Ortensio era famoso per i Paradossi, e forse la citazione viene da quelli.
in reply to LaVi

@LaVi @matz @darthvi @kappazeta @las_lallero

Stavo scrivendo la storia di Internet, e già una citazione di Ortensio Lando credo sia una cosa molto fuori dal comune.

Matteo Zenatti reshared this.

in reply to rag. Gustavino Bevilacqua

In tanti casi però l'"anti-intellettualismo" e il disprezzo per la cultura nascono dal rifiuto di sentirsi inferiori per il solo fatto di avere e avere avuto tanto meno la possibilità materiale (tempo e denaro da dedicare allo studio, ecc.) di leggere, studiare, ecc., per condizioni casuali di nascita.
in reply to rag. Gustavino Bevilacqua

@GustavinoBevilacqua io invece dissento. Il tempo c'è se invece di bere birra fuori dal supermercato vai in biblioteca, dove i soldi non servono.
Vero è che, in determinati contesti sociali, è meno probabile che le nuove generazioni vengano educate dai genitori ad andare in biblioteca anziché buttare ore di vita bevendo birra fuori dal supermercato, questo sì.
@jones @darthvi @kappazeta @Yaku @las_lallero
in reply to LaVi

@LaVi @kappazeta @rag. Gustavino Bevilacqua @Yaku 🐗 @las_lallero @DarthVi @Jones per andare in biblioteca però di solito serve avere la residenza più o meno in zona, o comunque in generale un permesso di soggiorno

e un lavoro che ti lasci libero negli orari di apertura della biblioteca, che sono più corti di quelli del supermercato

e se prendi i libri in prestito ti serve una casa dove portarli sapendo che non rischi di perderli / vederteli portare via / essere rovinati se inaspettatamente piove

e magari farebbe piacere anche se la biblioteca avesse libri nella tua lingua, o almeno in una lingua che parli bene

non sono sicura che molte delle persone che si fermano a bere birra davanti ai supermercati abbiano tutte queste cose

in reply to Elena ``of Valhalla''

@valhalla
Rispetto a prestito e orari, concordo.

Per l'entrare e leggere un giornale o un libro, dipende da come le biblioteche sono organizzate.

Le #BibliotecheCivicheTorinesi hanno quasi tutte i libri in scaffali aperti, direttamente accessibili ed all'ingresso nessuno chiede documenti di sorta.

Quando porto le classi in biblioteca lo dico sempre: venite quando volete, entrate, anche solo perché fuori è freddo e piove.
@kappazeta @GustavinoBevilacqua @Yaku @las_lallero @LaVi @darthvi @jones

LaVi reshared this.

in reply to Pare :pace: 🚲 🌞

@Pare idem dicasi per Como, almeno fino a quando ho frequentato quella biblioteca. @valhalla dal sito, gli orari lì ora sono 9.30-19.00, sabato incluso, e non mi sembrano malaccio. Certo, se uno vuole andarci alle 3 di notte qualche problema potrebbe averlo, ma chi alle 3 del pomeriggio sbevazza fuori dall'Eurospin potrebbe andarci tranquillamente come alternativa. E hanno libri in molte lingue
comune.como.it/vivere-il-comun…

@kappazeta @GustavinoBevilacqua @Yaku @las_lallero @darthvi @jones

in reply to LaVi

(E, comunque, @Pare , così non vale: il sistema bibliotecario del Piemonte è, a quanto ho avuto modo di sperimentare, il migliore del Paese!) @valhalla @kappazeta @GustavinoBevilacqua @Yaku @las_lallero @darthvi @jones
in reply to LaVi

@LaVi @kappazeta @rag. Gustavino Bevilacqua @Yaku 🐗 @las_lallero @Pare :pace: 🚲 🌞 @DarthVi @Jones gli orari nelle biblioteche che bazzico io sono un po' più limitati, ci sono dei giorni in cui apre fino alle 19, ma spesso fanno o solo il mattino o solo il pomeriggio. però è anche vero che non sono la biblioteca di como, ma di paese

e di libri in lingue diverse dall'italiano qualcosa si trova, ma per la maggior parte vanno prenotati perché devono arrivare da altre biblioteche (e quindi serve l'iscrizione e tutto quanto)

poi non mi stupirebbe che se qualcuno dicesse alla bibliotecaria di avere problemi e la bibliotecaria lo prendesse in simpatia una soluzione si troverebbe

in reply to Elena ``of Valhalla''

@valhalla mah, non so che persone si fermino a bere davanti ai supermercati da te, ma io mi riferivo a* ragazz* che alle tre del pomeriggio stanno sedutə, birra in mano, davanti al Carrefour o all'Eurospin. E a quell'ora non credo siano molte le biblioteche chiuse.
Poi chiaro che una persona senza dimora o in particolare difficoltà possa avere di meglio da fare che andare in biblioteca, ma qui non è la maggioranza.
@kappazeta @GustavinoBevilacqua @Yaku @las_lallero @darthvi @jones
in reply to LaVi

@LaVi @kappazeta @rag. Gustavino Bevilacqua @Yaku 🐗 @las_lallero @DarthVi @Jones ah, no, qui di solito davanti ai supermercati trovo persone più adulte, non posso essere sicura che siano senza fissa dimora, ma un po' lo sembrano

ragazzi che si fermano a bere non frequentano i supermercati che frequento io, evidentemente :D (forse sono i supermercati vicini all'università? ai miei tempi c'erano dei gruppi che finite le lezioni tendevano a passare dal reparto birre economiche della coop lì vicino, in effetti)

in reply to Jones

@jones @GustavinoBevilacqua @darthvi @kappazeta @LaVi @las_lallero
Io ho sempre pensato che invece si sentano più intelligenti del prossimo, indipendentemente dal titolo di studio, perché ho notato che nella stragrande maggioranza dei casi sono anche pieni dei complottismi più strampalati che, nella loro testa, altri non hanno visto (o non sono stati capaci di vedere) facendosi "fregare dal sistema".
in reply to Jones

nah, l'anti-illettualismo nasce “dall'alto”, da chi le possibilità le ha avute e non ha saputo che farsene.

Ricordo quello che scrissi all'epoca:

wok.oblomov.eu/riflessioni/cul…

Questa voce è stata modificata (22 ore fa)
in reply to Oblomov

@oblomov @GustavinoBevilacqua @darthvi @kappazeta @LaVi @las_lallero

Io penso che chi dall'alto fomenta l'anti-intellettualismo e il disprezzo della cultura e della ricerca, spesso appioppando alla gente, in aggiunta, sperticati elogi della competitività e del "merito", conditi con cagate superstiziose, complottismi e "risposte a tutto" religiose e para-religiose, non convincerebbe quasi nessuno se davvero tutt* avessimo un accesso ampio e paritario a tutto il sapere e a tutta la cultura.

Per converso, penso che se non ci fossero mai stati gli stronzi che dall'alto svalutano la cultura, ecc., la situazione attuale - che è molto lontana da quella immaginaria che ho appena descritto (sul piano globale enormemente, ma anche per esempio in italia, con lo sfascio della scuola pubblica, il suo assoggettamento al mercato, le regalie alle scuole private e in particolare a quelle del clero, causati da governi di dx e "sx") - non sarebbe tanto meglio di com'è.

Insomma per me è innegabile che sull'ignoranza in basso ci sono tantissimi "studiati" che dall'alto "ci marciano" facendone un valore, ecc., ma credo che la parte di gran lunga più grande del problema siano le disparità "di partenza" nella possibilità di accesso alla cultura (nell'insieme; poi certo ci sono anche eccezioni).

Questa voce è stata modificata (20 ore fa)
in reply to Jones

@jones @oblomov @GustavinoBevilacqua @darthvi @kappazeta @LaVi @las_lallero
Eppure ci sono stati periodi in cui chi nasceva povero poteva coltivare l'ambizione di migliorare la propria condizione culturale, prima ancora che economica. Ho letto di recente Martin Eden di Jack London e racconta proprio di questo, oltre alla presa di coscienza del protagonista di come i ricchi non apprezzino realmente la cultura ma ne facciano uno strumento di demarcazione sociale.

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in reply to Jones

@jones @GustavinoBevilacqua @darthvi @kappazeta @LaVi @las_lallero

fino a non tanto tempo fa, chi non aveva accesso facile faceva uno sforzo (famiglie intere che “scommettevano” quello che avevano tutto su un solo figlio in modo da poter mandare avanti almeno lui con gli studi), cosa che a mio parere dimostra che l'educazione veniva vista come un valore (foss'anche solo per le possibilità che offriva). Ora non abbiamo piú nemmeno quello. Ma non voglio ripetere ciò che ho già scritto.

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in reply to Jones

@jones @GustavinoBevilacqua @darthvi @kappazeta @LaVi @las_lallero c'è anche il latinorum di Don Abbondio, e il burocratese, il "lei non sa chi sono io" di ingenieri dottori baroni universitari, che generano una una reazione opposta di avversione anche comprensibile
in reply to LaVi

io ci metterei anche i messaggi vocali come parte del problema: invece di concentrarti a scrivere una risposta di senso compiuto e poi magari rileggerla prima di spedirla, parli a vanvera per 20 minuti nel microfono.
@Yaku@puntarella.party @darthvi@hachyderm.io @las_lallero@puntarella.party

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in reply to Ju

@ju i messaggi vocali sono un'invenzione diabolica cui io mi sottraggo in maniera molto semplice: non ascoltandoli.
Poi, quando * mittente mi contatta con messaggio o chiamata, chiedendomi se non abbia ricevuto il messaggio, rispondo in tutta onestà: sì, ma i monologhi li ascolto solo a teatro, se ne ho voglia.
@Yaku @darthvi @las_lallero

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in reply to Ju

@ju @LaVi @darthvi @las_lallero
vi ricordo che il Tano del @matz ha composto l'opera definitiva sui messaggi vocali, che andrebbe mandata in risposta a tutti i vocali

gaetanomiglioranzi.it/podcast/…

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in reply to Yaku 🐗

se ci fai magliette, ti chiedo i diritti!
(Mica vero. Ma una maglietta omaggio sì 😁)

@ju @darthvi @las_lallero

in reply to LaVi

@LaVi c'è un podcast del Post che si chiama "Vocale lungo" e che ha appunto la struttura di un monologo di una che lascia un vocale. Di solito parla di libri, ma non solo. Ed è in generale più che valido.
A parte questo, coi vocali troppo lunghi a volte uso il trucco di rispondere "Non si capisce niente, ripeti!" e o te ne mandano uno da 5 secondi arrivando subito al punto, o mandano un messaggio, o non era importante.
@LaVi
in reply to Luca XX

@xx @LaVi

Era in "Mi manda Picone" che a inizio film si sentiva in sottofondo una dedica in una radio privata che praticamente durava per tutto il film?

in reply to Luca XX

@xx quel podcast non lo ascolterò di certo: mi nausea già solo il formato. Come dicevo a @ju , credo che i messaggi vocali siano un'invenzione diabolica cui io mi sottraggo in maniera molto semplice: non ascoltandoli.
Poi, quando * mittente mi contatta con messaggio o chiamata, chiedendomi se non abbia ricevuto il messaggio, rispondo in tutta onestà: sì, ma i monologhi li ascolto solo a teatro, se ne ho voglia.
in reply to Yaku 🐗

@las_lallero io sono tra gli organizzatori di un'associazione locale. Per entrare a farne parte devi compilare due (2) moduli e allegare un tuo documento, poi mandare tutto a un indirizzo mail.

Secondo te quanti riescono a mandare tutto senza che io debba rispondere in maniera nemmeno troppo pacifica "guarda che non hai compilato la seconda pagina/ti manca il documento/ti manca un foglio"?

Come facciano a passare gli esami universitari è un mistero

in reply to Yaku 🐗

fai caso a quante volte le persone leggono il libretto delle istruzioni degli oggetti che acquistano (e dei possibili problemi che poi insorgono).
in reply to Matteo Zenatti

Il libretto di istruzioni è per deboli.
Leggere proprio è da sfigati.
I veri uomini pretendono, e l'universo giustamente, s'inchina e fornisce.

O almeno questa è la narrativa che mi pare vada per la maggiore, temo 😩

in reply to Lysander il breve

magari i veri uomini perdono anche qualche dito con la nuova motosega elettrica

Lysander il breve reshared this.

in reply to Matteo Zenatti

@matz @las_lallero per me che fin da ragazzino leggo anche le etichette dell'acqua minerale l'incapacità a soffermarsi sulle istruzioni è quasi incomprensibile.
Poi sarò sbagliato io, ma quando non ascoltano nemmeno le spiegazioni date a voce mi incazzo terribilmente e divento incapace a spiegare oltre, e arriva il fate cone cazzo vi pare
in reply to marcoboccaccio

@marcoboh @matz @las_lallero
Eh, ma pure tu sarai cresciuto leggendo le etichette del detersivo mentre stavi sul cesso, altro che cellulare!! 😂😂
in reply to Yaku 🐗

@las_lallero io oso un'interpretazione parziale: Il modo in cui i bambini sono educati in Italia è per lo più fondato sul ricatto emotivo e la sgridata.
Il risultato è un mucchio di gente innatamente insicura; insicurezza che nel migliore dei casi si sviluppa in disagio, e nel peggiore in prepotenza.

Sicuramente non è l'unico motivo e manco il motivo principe, ma a oarer mio gioca il suo ruolo insieme all'ignoranza, ecc ecc

in reply to las_lallero

@las_lallero comunque io il cellulare lo uso da prima che buona parte della gente qua sopra fosse nata... Per dire 😁

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